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AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

mercoledì 31 agosto 2016

Gli auguri dello zio

Cara Lilli,

oggi è un giorno speciale e stamattina su whatsapp è arrivato questo messaggio...

“Monella, monella… tra le bimbe la più bella!

Auguri oggi alla mia nipotina, campionessa di tenacia, intelligenza, coscienza di sé e bellezza interiore ed esteriore, che compie 9 anni.”

Nove anni! Nove anni intensi e importanti.

Ho scelto le parole del mio fratellone, per ricordare che oggi è il compleanno della monella: esprimono davvero il suo affetto per lei e descrivono ciò che lei è, esempio di impegno e di voglia di andare avanti.

Non sono tutte rose e fiori, questo è chiaro, è naturale...ma è bello cercare di guardare il bicchiere mezzo pieno, no? Per essere positivi, per proseguire così, sulla lunga strada verso mete speriamo sempre più belle e appaganti, circondata da tutti quelli che le vogliono bene.

Auguri tesoro della mamma... auguri di felicità, per la vita intera!

venerdì 26 agosto 2016

Venerdì del libro (229°): FURORE

Cara Lilli,

finalmente torno a scrivere di libri e lo faccio partecipando all'iniziativa di HomeMadeMamma con un proposta davvero interessante: FURORE, di John Steinbeck.

Premesso che è stato per me il primo romanzo di questo famoso autore, voglio subito dirti che non è stato amore a prima...lettura, cioè ho impiegato un pò a entrare nella storia. Ma poi, una volta che è successo, pagina dopo pagina, mi è sembrato di averne sempre fatto parte.

Si narra l'epopea della famiglia Joad, che negli anni '30 dall'Oklahoma emigra in California, come tantissime altre famiglie di contadini, in seguito alla confisca da parte delle banche dei terreni su cui sorgevano le fattorie e all'arrivo delle "trattrici" che radono al suolo ogni cosa, case di legno comprese.

Un viaggio durissimo, lungo la Route 66, la mitica autostrada che collega Chicago a Santa Monica, fatto stipati in tanti su un vecchio autocarro: tre generazioni di Joad, nonni, genitori e figli, più il marito di una delle figlie (che per di più è in attesa di un bambino), uno zio e un ex-predicatore in crisi esistenziale, assorto in meditazioni filosofiche.

Carichi di speranze di cambiar vita, i Joad affrontano privazioni, perdite e imprevisti, conoscono altra povera gente che condivide lo stesso destino fino a vedere infrangersi il sogno contro il muro della realtà, che è ben diversa da quella prospettata dai volantini che offrivano posti di lavoro tra le vigne e i frutteti della California.

La narrazione procede abbastanza lenta e questo come dicevo non aiuta all'inizio ad appassionarsi alle vicende dei protagonisti, ma poi ci si ritrova a conoscere tutti, come da vicino. In particolare Tom, il figlio maggiore appena uscito dal carcere dove ha scontato 7 anni per aver ucciso un uomo in una rissa, e poi mamma Joad, la vera anima della famiglia, il collante in ogni situazione, tenera d'animo ma ferma e decisa nelle sue azioni e dotata di una saggezza pratica ed essenziale.

Un romanzo di denuncia sociale, che già alla sua uscita fu al centro di dibattiti ma che ottenne il Premio Pulitzer nel 1940 e divenne immediatamente un best seller. In rete troverai senz'altro tante recensioni che sapranno illustrare i significati reconditi, le implicazioni politiche...io te ne parlo dal punto di vista più semplicemente emozionale.

E per questo ti dico che il finale, che dopo tante e tante pagine giunge poi quasi all'improvviso, non so bene come spiegarlo...così com'è, drammatico, amaro ma profondamente umano, mi ha regalato proprio un'emozione inaspettata.






I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI



domenica 21 agosto 2016

Muffins all'avena e uvetta

Cara Lilli,

oggi è l'ultimo giorno di ferie per la famiglia, diciamo... Da domani mio marito torna al lavoro e i monelli riprendono le terapie con continuità, dopo l'interruzione prima per la nostra settimana a mare e poi questa settimana di Ferragosto per la chiusura del centro di riabilitazione...e io riprendo con loro, quindi! 

Certo manca ancora un pò per la scuola, ma arriverà anche quel momento e quindi la ripresa poi sarà completa, con anche la terapia in acqua del monello dal primo settembre, per di più.

E io, per salutare questa buona fetta di estate che è oramai trascorsa, voglio postare una ricetta dolce che per me è una novità assoluta, essendo il primo esperimento fatto dalla sottoscritta con la farina d'avena invece di quella 00.

Spinta da mio marito, che pratica con sempre più impegno il ciclismo amatoriale e  informandosi per la giusta almentazione degli sportivi ha scoperto quanto sia consigliato questo cereale per le sue proprietà nutrizionali (è energetico e tonificante, con un basso indice glicemico e quindi adatto anche per i diabetici), ho voluto provare a fare una variante della ricetta super collaudata dei muffins all'uvetta.

Che poi in realtà leggendo un pò in giro pure io ho visto che l'avena è indicata anche per le mamme che allattano, per gli studenti sotto stress per esami...e comunque non è certamente controindicata per chi non rientra in queste categorie ;-)

Confesso che ero un pò scettica sul risultato in termini di gusto...ma mi sono dovuta ricredere, Lilli!

I muffins sono venuti buonissimi e a parte il colore leggermente più scuro rispetto a quelli con farina di grano tenero, la differenza di sapore è più lieve di quando si pensi e comunque non è un dato negativo :-)

Ho fatto le variazioni della ricetta basandomi su ciò che avevo a disposizione in casa (ad esempio, mi mancava il burro...) e sul mio intuito, ovvero sull'esperienza di un bel pò di muffins di ogni sorta (dolci e salati) sfornati negli ultimi anni...


200 gr di farina d'avena
100 gr di zucchero
30 ml di olio di semi di girasole
 2 uova
125 ml di latte
50 gr di uvetta
1 o 2 cucchiani di cannella in polvere (facoltativi)
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale

Mettere a bagno l'uvetta in una ciotola con acqua tiepida per 30 minuti.

Frullare in una ciotola le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. 

Unire il latte e l'olio di semi e mescolare bene, quindi incorporate la farina d'avena setacciata con il lievito, un pizzico di sale ed eventualmente la cannella, per chi ama questo aroma. 

Infine aggiungere l'uvetta ben sgocciolata, strizzata, asciugata con un telo e leggermente infarinata.

Versare il composto ottenuto in stampini da muffin foderati con un pirottino di carta o imburrati e infarinati e cuocere in forno caldo a 180° per 20-25 minuti.

A fine cottura lasciare raffreddare i muffins su una gratella prima di servirli.

NOTA : io con queste dosi ne ho fatti 6 con degli stampini un pò grandini, da 8 cm di diametro


Ed eccoli qui!

Foto scattata col cellulare...e si vede :(


Sono venuti morbidi, profumati e buoni!

Proverò man mano delle ulteriori varianti con le gocce di cioccolato magari o con la frutta e ti farò sapere poi, naturalmente ;-)

E come sempre...buon appetito, Lilli!




Se vuoi conoscere qualcosa in più sulle proprietà e sui valori nutrizionali dell'avena posso indicarti un link, anche se ce ne sono poi tanti altri da poter consultare: http://www.cure-naturali.it/avena/1577


mercoledì 10 agosto 2016

E nelle onde che baraonde

Cara Lilli,

rieccomi dopo la pausa vacanziera. Con solo un pochino di abbronzatura, questo devo dirlo... ma tieni conto che al sole diretto mi ci metto molto poco e di conseguenza solo quando da bambina e ragazza facevo quelle indimenticabili vacanze di almeno un mese con la mia famiglia riuscivo a tornare a casa realmente abbronzata. Per forza di cose direi, visti il numero di giorni trascorsi in spiaggia!

Ma l'importante non è la pelle scura o meno, quanto il fatto che quest'anno la permanenza al mare è stata più tranquilla e più godibile. E come potrai ben immaginare ciò è dovuto ai miei monelli che, crescendo, sono un pò meno...monelli ;-)

Quindi l'auspicio dello scorso post, scritto prima di partire, che per me e mio marito ci fosse un minimo di relax è andato a buon fine!

La monella, troppo carina coi suoi bikini rosa a fiorellini o verde limone, aveva il suo fido Mister Secchiello al seguito; il monello invece non è attaccato a nessun gioco da spiaggia in particolare.

Entrambi hanno mangiato con una buona regolarità (e questo tu già sai che è una cosa importante, perchè andando indietro negli anni forse ricorderai gli scioperi della fame della monella da piccola), hanno fatto meno capricci, sono stati più liberi sulla spiaggia ma con una certa autonomia diciamo, senza che io e mio marito cioè dovessimo in continuazione corrergli dietro in su e in giù per la spiaggia (e mi riferisco in particolare al monello, stavolta, visti i precedenti!).

Anche se poi il monellino le corse in su e in giù lungo la spiaggia le ha sostituite con le sortite in acqua, con immersioni di vario genere, con tanto di onde e ondicelle che gli andavano dritte in faccia....il tutto preferibilmente da solo e senza braccioli. Si, senza. Perchè se l'anno scorso gli facevamo usare il salvagente, quest'anno che è più grandino e va per i 6, gli abbiamo preso i braccioli, appunto. Ma lui, paradossalmente, si è mostrato più impacciato e timoroso quando li aveva addosso e  invece molto più sciolto e intrepido quando non li aveva. Avresti dovuto vederlo! 

In effetti l'anno scorso anche aveva mostrato una predilezione per lo stare in acqua in libertà, diciamo così, e già allora mi era parso un fatto alquanto straordinario. Ma non lo avevo ancora visto in mare quest'anno!!! 

Come dire...non c'è mai limite non al peggio in questo caso, ma...all'intrepidità :D

In effetti il motivo credo risieda soprattutto nel fatto che in piscina non gli fanno indossare nessun supporto galleggiante. E questa è una delle novità di cui non ti ho ancora detto nulla, Lilli: nei mesi di giugno e luglio il monello ha frequentato un corso in piscina, nel nostro capoluogo, quindi più distante della piscina dove va la monella con la scuola (e dove andava già  prima, per le lezioni di acquaticità). 

Si tratta di un corso particolare, a scopo terapeutico: la TMA (Terapia Multisistemica in Acqua) è studiata in particolare per i bambini con disturbi dello spettro autistico e, più in generale, della relazione e della comunicazione. 

Ebbene, questa terapia prevede che il bambino anche se non sa nuotare vada fin dal primo incontro in acqua alta e senza braciioli o salvagente, appunto. Questo perchè lo scopo è stabilire immediatamente il contatto fisico diretto con il/la terapista, a cui il bambino deve necessariamente aggrapparsi per non andare a fondo. E quindi il monello ha fatto una volta a settimana per due mesi queste lezioni speciali, diciamo, e di certo la cosa ha influito sul suo scarso gradimento dei braccioli.

Dopo la pausa di Agosto, a settembre riprenderemo gli incontri: sarà un ulteriore impegno, certo, un ulteriore orario da incastrare tra i tanti...ma è importante che il monello venga stimolato e aiutato più possibile e su più fronti, proprio ora che mostra un certo scatto di maturità e maggiore attenzione nelle cose. Soprattutto visto che a settembre oltre al ritorno in piscina ci sarà anche l'inizio dell'avventura scolastica vera e propria, con l'inserimento alla scuola primaria. 

Va bè...ma queste sono altre storie. E ne riparleremo, Lilli....oh, se ne riparleremo!

Intanto un pò di aggiornamento te l'ho fatto :-) 



PS: se volessi saperne di più sulla TMA ti lascio il link del sito ufficiale  http://www.terapiatma.com/