AVVISO AI LETTORI:

AVVISO AI VISITATORI: Questo blog è "migrato" da Myblog a Blogger il 1° ottobre 2012. Ho trasferito una parte dei vecchi post in questa nuova "sede", ma chi volesse saperne di più di me, di Lilli e del nostro "passato" può andare a dare un'occhiata QUI

venerdì 28 novembre 2014

Venerdì del libro (197°): FATTORIA

Cara Lilli,

per questo venerdì voglio aderire all'inziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un libro per bambini molto carino: FATTORIA edito da Dami, con testi di Anna Casalis e illustrazioni di Matt Wolf.

E' stato un dono ricevuto dalle maestre a fine anno scolastico scroso dalla mia monella, anche se in realtà è adatto più ai bambini in età prescolare, facendo parte della collana di libri cartonati quadrati, con copertina un pò imbottita molto amata dai piccini.

Per la monella comuqnue è stato molto utile perchè lei si è esercitata a leggere da sola durante l'estate: i testi sono brevi e chiari, i caratteri medio-grandi. Si parla della vita degli animali della fattoria e dintorni, dalla nascita di un vitellino alla lezione di nuoto degli anatroccoli nello stagno e così via.

Le illustrazioni poi sono gradevoli e semplici. 

Una proposta adatta, come dicevo, dai 3 anni in poi, indicata secondo me per un'idea regalo :-)




<<Dodici teneri racconti, uno per ogni animale della fattoria: per imparare tante cose su ciascuno di loro in un libro divertente da leggere e bello da guardare>>


I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI


mercoledì 26 novembre 2014

Peperoni ripieni di cous cous (ricetta light)

Cara Lilli,

se ieri sera tu fossi venuta a cena a casa mia ti saresti gustata una bellissima pietanza che ho realizzato seguendo la ricetta di Elena del sito GnamGnam, che è bravissima e che infatti anche stavolta non mi ha deluso: grazie Elenuccia :-)

Ho fatto i peperoni ripieni di cous cous e sono venuti davvero bene (basta chiedere a mio marito, che si è leccato i baffi!) per cui non potevo non condividere questa ricetta che è anche light perchè basta usare poco olio per il ripieno e non soffriggere nulla, il peperone che fa da contenitore poi è cotto in padella quasi al vapore (leggerai tra un attimo), quindi è una pietanza che se non hai problemi a digerire i peperoni non appesantisce.

Ecco cosa scrive Elena sul suo sito (per vedere anche le sue foto che illustrano la ricetta passo passo vai a dare un'occhiata QUI), te lo riporto fedelmente, con solo una piccola aggiunta mia in blu:
 

INGREDIENTI:

 2 peperoni
 50 g di olive nere 
 un cucchiaino di capperi sotto sale

 80 g di cous cous

 1 spicchio d'aglio

 1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva

 sale

 pepe



Preparazione:


Tagliate i peperoni a metà.

Eliminate completamente i semi. Mettete due metà dei peperoni in una padella con un bicchiere d’acqua.

Coprite e lasciate cuocere per circa un quarto d’ora. I peperoni dovranno ammorbidirsi, ma non troppo! Se l’acqua si seccasse, aggiungetene dell’altra.

Prendete gli altri due mezzi peperoni e tagliateli a cubetti piccoli.

In una padella rosolate uno spicchio d’aglio con un cucchiaio d’olio.

Aggiungete i peperoni ed un po’ di sale.

Fateli rosolare un paio di minuti, aggiungete un bicchiere d’acqua calda e coprite. Fate cuocere per una quindicina di minuti

Aggiungete le olive nere denocciolate e i capperi precedentemente dissalati sotto l'acqua corrente e fate insaporire un paio di minuti.

Aggiungete il cous cous ed un paio di mestoli di acqua (o brodo vegetale) bollente.

Spegnete e lasciate riposare 5 minuti (o in ogni caso, seguite le istruzioni sulla confezione di cous cous )

Aggiustate di sale e pepe e farcite i vostri peperoni ripieni di cous cous!



Ed ecco cosa ha mangiato il mio maritino ieri sera, dunque...

GNAM GNAM...;-)

Buon appetito, Lilli!


venerdì 21 novembre 2014

Venerdì del libro (196°): L'ORRIBILE KARMA DELLA FORMICA

Cara Lilli,

questo venerdì lo dedico nuovamente ai libri e all'iniziativa di HomeMadeMamma dopo la pausa della scorsa settimana. 

Sono contenta di parlarti di un libro letto dietro suggerimento (antico, visto tutto il tempo che è passato frattanto!) della cara Ros di Dovevo andare in terapia: si tratta de L'ORRIBILE KARMA DELLA FORMICA di David Safier.

Un titolo alquanto singolare, vero? Appena letta la recensione di Ros mi incuriosii subito ma anche mi sembrava una storia forse troppo bizzarra...non so, fatto sta che ho atteso un bel pò (quasi due anni....una cosetta da nulla) prima di decidermi a leggere questo benedetto libro.

E per fortuna che l'ho letto, Lilli! Mi è piaciuto davvero, mi ha divertito, rilassato, anche fatto un pò pensare.

Un accenno alla trama, ma giusto qualcosa perchè non voglio rovinare la lettura a chi magari si sentirà stuzzicato da questo romanzo tanto da volerlo conoscere per intero: Kim è un'affermata giornalista-presentatrice televisiva, antepone la carriera alla famiglia, trascurando marito e figlia piccola, vive sognando di avere un'avventura con un collega-avversario e continuare a scalare le vette degli ascolti in TV. 

Ma il destino le riserva una sorpresa, qualcosa che farà terminare la sua vita all'improvviso per poi ricominciare....ma in modo assai diverso da prima. Totalmente diverso da prima. E per riappropriarsi, ove mai fosse possibile, della sua vita precedente Kim dovrà darsi da fare, mettersi in gioco e rimettere ordine nella scala dei valori che aveva stilato in precedenza.

Un romanzo che diciamo strizza l'occhio a qualche luogo comune, ha una vena di buonismo, ma non è nè smielato, nè sciocco perchè gioca molto sull'ironia, è scorrevole e crea una specie di dipendenza, perchè davvero mentre leggi ti vien voglia di conoscere il seguito e vedere come se la caverà Kim e come verrà fuori da questa o quella situazione paradossale.

Insomma, che si creda o meno nella reincarnazione, io lo consiglio per evadere totalmente dall'umana routine quotidiana e vedere il mondo con altri occhi....nel vero senso della parola ;-)




I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI


mercoledì 19 novembre 2014

"Si vede che è un bambino felice!"

Cara Lilli,

ci tenevo ad aggiornarti un pò su come il mio monello ha intrapreso il cammino con la sua maestra di sostegno, nominata come ben sai molto tardi ma che già si sta dando da fare in modo ammirevole.

Una maestra giovane, al suo primo incarico, con l'entusiasmo, la voglia di fare bene, l'impegno reale, l'attenzione ai particolari di chi ancora non è stato "inquinato" dal modo di "lavorare tanto per..." che contraddistingue molte persone, purtroppo.

Ovviamente il rovescio della medaglia è che non ha esperienza se non quella del tirocinio svolto alla fine degli studi, ma io ho avuto modo di parlarle più volte e di vederla rapportarsi al mio monello e ti assicuro che l'impressione positiva iniziale si è rafforzata (e meno male, direi!).

E' dolce, ma sa anche essere ferma, perchè con il monello (e con qualunque bambino, dopotutto) se ti fai mettere i piedi in testa è finita.

Ha trovato una sistemazione qui in paese perchè abitando lontanuccio e dovendo viaggiare tre giorni a settimana andava a spendere molto in benzina, autostrada...stress! Si è subito organizzata, quindi, anche perchè qui da noi l'inverno non è molto clemente, fa freddo, spesso nevica, piove, non come da dove viene lei e non vuole rischiare di dover viaggiare col brutto tempo da sola o fare assenza per problemi legati appunto alle condizioni atmosferiche avverse.

Ha già osservato il monello e capito quali sono i suoi principali interessi e come poter attirare la sua attenzione, sfruttando ad esempio il suo amore per la musica e i suoni in generale per coinvolgerlo in qualche attività.

Tra parentesi è una che ci rimette di tasca sua e non lo sbandiera, perchè giorni fa ha comperato un libro sonoro per il monello, da tenere all'asilo, e lo ha pagato lei senza dirmelo neppure. Io l'ho saputo per caso da un'altra maestra, perchè lei non voleva che mi sentissi in obbligo di pagare quel libro che aveva ritenuto opportuno prendere per cominciare un certo lavoro con il monello.

Ecco, ti racconto tutto ciò per farti capire che sono contenta di questa ragazza di 25 anni che ha preso per mano mio figlio e che vuole fare cose belle insieme a lui.

E la cosa più emozionante per me è stata sentirmi dire da lei, dopo il primo giorno trascorso col monello, che è un bambino bello, furbetto, tenero, birichino, coccolone, testardo, con buone potenzialità, con ampi margini di miglioramento...ma soprattutto ha aggiunto:

"Si vede che è un bambino felice!" 

:-)


sabato 15 novembre 2014

5 anni fa...la notte dell'addio

Cara Lilli,

ci sono post che ho scritto anni fa, quando ero ancora sulla piattaforma di Virgilio, che chi mi segue da poco o comunque non dall'inizio non conosce. 

Ecco, io sento di volerli condividere perchè parlano di momenti di svolta della mia vita, nel bene o nel male.

E' il caso del vecchio post, datato 22 settembre 2010, che ti ripropongo proprio oggi, giornata particolare per me, anniversario doloroso.

La notte dell'addio.


<< Le telefonate che arrivano di notte spaventano sempre: non ne avevo mai ricevuta una fino a quella notte del 15 novembre 2009, ma diciamo che oramai me lo sentivo che sarebbe giunta presto…specie dopo aver visitato papà in ospedale la sera prima, insieme a mio marito.


Mi è stato chiaro appena l’ho visto che la fine era prossima: non aveva più gli occhi chiusi (come invece accadeva da giorni) ma, anzi, mi fissava con uno sguardo pieno di parole…tutte quelle che non riusciva più a pronunciare, emettendo oramai solo un rantolo affannoso e continuo che mi faceva rabbrividire.


L’ho accarezzato a lungo sulla testa, sulle guance, gli ho parlato piano e gli ho tenuto la mano per tutto il tempo. Poi siamo dovuti andare via e gli ho promesso di tornare l’indomani (domenica). Ma uscendo da quella stanza d’ospedale non mi sentivo tranquilla affatto...avevo un brutto presentimento.


La telefonata, dunque: all’una e quarantacinque mi ha chiamato mio fratello dicendomi che era stato contattato con urgenza dall’ospedale perché papà era peggiorato tanto da non avere pressoché più speranze e che ci suggerivano di correre là se volevamo portarlo via, a casa.


Naturalmente lui vivendo ad Avellino poteva arrivarci in 5 minuti, io invece ci ho messo una mezz’ora, con mio marito e con mia figlia che poverina dormiva. E durante il tragitto ecco una seconda telefonata di mio fratello, stavolta dall’ospedale: papà se ne era andato oramai…


Un turbine di sensazioni, le lacrime che non scendono, una strana calma che mi consente di non crollare, di salire dai miei suoceri a lasciare mia figlia e poi proseguire con mio marito a casa di mia madre, dove comunque l’ambulanza stava trasportando papà, con un’assurda messa in scena per farlo sembrare ancora in vita (con addirittura una mascherina d’ossigeno sul viso), necessaria a detta dei medici di turno per consentirci di evitare la camera mortuaria e la triste trafila di un decesso in ospedale.


Sono giunta da mia madre dieci minuti prima dell’ambulanza: ecco salire per le scale i portantini...li sentivo arrivare e contemporaneamente sentivo arrivare anche le lacrime fino ad allora nascoste in fondo al cuore… Papà era avvolto in un lenzuolo, Lilli, e ti giuro non potrò mai dimenticare finché vivo l’impressione che ho provato vedendolo mentre lo deponevano sul letto, magrissimo, semi nudo: Gesù nel sudario…ecco a cosa ho pensato. Un paragone eccessivo, inimmaginabile, blasfemo forse...ma è esattamente ciò che mi è balenato nella mente in quell’istante. Ed ho pianto.


Ciò che è seguito è il naturale svolgersi delle cose come in ogni evento del genere: sistemare il letto, vestire il defunto… Già: vestire il corpo senza vita di mio padre. MAI avrei creduto di essere in grado di farlo, Lilli, ed invece l’ho fatto e rendo grazie a Dio di avermene dato la forza perché è un atto di carità e di rispetto che sento di aver reso a chi mi ha generato, cresciuto e soprattutto amato.


Insieme a mia zia (la sorella di papà), mentre mio fratello non si sentiva neppure di entrare nella stanza e mia madre era lì presente ma seduta immobile a pregare, ho iniziato a svolgere quel compito, piangendo silenziosamente tutte le mie lacrime.


Poi, quando ad un tratto non riuscivamo ad andare avanti da sole perché papà andava sollevato, è arrivato l’aiuto per me più inaspettato e più commovente: mio marito, il mio dolce amore, che è molto sensibile a queste situazioni, il ragazzo che parla poco ma fa gesti concreti, ha finito di vestire con me il mio papà. Questa è stata una delle prove d’amore più grandi che mi ha dato da quando ci conosciamo e io non finirò mai di ringraziarlo.


Alla fine ho guardato quel corpo ricomposto, quel volto pallido, pieno di dignità, ma anche un pò trasfigurato dalla morte: per non crollare mi sono “costretta” a pensare al mio papà, quello “vero”, non quello che era lì esanime su quel letto ….


Ho pensato al papà che mi ha insegnato ad amare la musica classica fin dai miei primi anni di vita, che si fingeva direttore d’orchestra e mi faceva ballare mentre andavano le note dell’overture de “Il signor Bruschino” di Rossini, che fumava la pipa con quel tabacco aromatico che inondava la stanza di un odore che mi piaceva tanto da bambina, che mi teneva per mano quando andavamo in qualche città ricca di monumenti o in un museo (lui, professore di storia dell’arte e pittore) e mi illustrava tutte quelle bellezze, che amava cantare le canzoni classiche napoletane e che, quando sono tornata dal mio viaggio di nozze, mi ha accolto sulla sua sedia a rotelle a braccia aperte e con un sorriso che raramente gli avevo visto sul viso (lui, timido e poco espansivo) esclamando: “Che bella figlia che ho!”…


A quel papà io in realtà non dirò mai addio, Lilli.>>