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giovedì 12 luglio 2012

La mèta

Cara Lilli,

oggi, in uno dei miei periodici momenti di acuto romanticismo, ho riletto (per l'ennesima volta) un pò di pensieri dedicati nel tempo all'amore della mia vita.
Mi sono soffermata su uno scritto, risalente a circa tre settimane dopo che il mio sogno di stare con lui si era avverato, che esprime la mia convinzione di aver finalmente trovato la felicità cercata affannosamente nei primi 26 anni della mia vita, dopo una breve storia adolescenziale, una strana e indefinibile storia giovanile,  una lunga storia tormentata (e unilaterale, ahimè!) a far da sfondo ad adolescenza e giovinezza, e qua e là situazioni di scarsa rilevanza, destinate a finire in un nulla di fatto già sul nascere.

Ecco cosa scrissi:

LA META
Ognuno ha una sorgente della felicità:
è nascosta in qualche angolo dell'anima.
Io l'ho trovata per caso
e ho seguito il suo corso:
ho attraversato foreste buie e spaventose,
pianure troppo piccole per scegliere di viverci,
interminabili sentieri,
tutti tristemente uguali tra di loro.
Solo ora ho scoperto la mèta luminosa del mio lungo cammino:
ho seguito il fiume della felicità per tutta la vita...
...e mi ha condotto fino a te!
(06/01/2000)

Riscriverei mille volte queste parole, Lilli: a distanza di 12 anni e mezzo posso dire che la mia convinzione di allora  non è stata smentita, anzi...è sempre più radicata in me!

Fortunatamente la mia "mèta" nonchè "metà" è dello stesso avviso :-)


(post originale)

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